L’emergenza Covid-19 e le conseguenze che ha provocato la pandemia sul comparto turistico non hanno impedito agli operatori della Val di Pejo di continuare il cammino già intrapreso nell’attuazione del progetto “Pejo Plastic Free” il cui obiettivo è la graduale eliminazione della plastica dal territorio.
Inaugurata nel novembre 2019, l’iniziativa aveva reso famoso il comprensorio sciistico nel mondo: è stato, infatti, il primo a decidere di abbandonare le plastiche dall’uso quotidiano per combattere i danni che esse provocano all’ecosistema montano e ai suoi abitanti (umani e animali). Prima delle chiusure legate al lockdown, in appena quattro mesi, era stata risparmiata una tonnellata di plastica, pari a 6000 chili di CO2 non emessa, che, per essere assorbiti, avrebbero richiesto l’azione di 400 alberi per un anno intero.
La seconda fase del progetto prevede l’abbandono della plastica monouso da parte delle strutture ricettive a valle che hanno deciso di aderire al protocollo predisposto dall’Azienda per il Turismo Val di Sole: a partire dal prossimo inverno, venti tra hotel e residence, due affittacamere, una casa vacanze e un campeggio - pari all’80% delle strutture recettive attive - saranno “plastic free zone”. Le strutture aderenti hanno sottoscritto un preciso elenco di impegni - predisposto con l’ausilio della società di consulenza Territori Sostenibili, nel rispetto delle regole definite dagli standard internazionali ISO – che prevede la messa al bando dei prodotti monouso di plastica tradizionale, il taglio del 50% (in peso o in numero di pezzi) degli altri prodotti in plastica (il cui ammontare verrà ulteriormente ridotto del 20% entro il secondo anno): il tutto sarà sostituito con prodotti riutilizzabili e con packaging compostabili. Tra gli impegni assunti c’è anche l’attività di sensibilizzazione degli ospiti sulla diminuzione dell’uso della plastica, sulla corretta gestione dei rifiuti, sullo smaltimento e sulla prevenzione della dispersione nell’ambiente durante il loro soggiorno nonché assicurare una rapida formazione (entro 30 giorni dalla firma dell’accordo) al proprio personale interno e rendicontare periodicamente il proprio operato.
“Se non l’avessimo costruita in questo modo, con un processo partecipativo fin dalle fasi della sua ideazione, l’iniziativa non avrebbe ottenuto lo stesso successo e non avremmo avuto lo stesso entusiasmo nell’aderire” ammette Luciano Rizzi, presidente dell’ApT Val di Sole. “Il comparto turistico è uno dei più danneggiati dalle chiusure causa Covid-19 e la tentazione di rimandare iniziative virtuose e lungimiranti come questa avrebbe potuto essere forse comprensibile. Qui da noi non è successo: il fatto che i nostri operatori abbiano deciso di non rimandare questa Fase 2 dimostra che quando un progetto è ben costruito e sono ben chiari gli obiettivi a medio e lungo termine, tutti accettano di fare la propria parte. L’amore per le nostre montagne e la consapevolezza che sono il nostro vero tesoro da tutelare al massimo sono state più forti di qualsiasi perplessità”.