Negli ultimi anni, precisamente dal 2000 ad oggi, il mondo ha prodotto quantitativi di plastica pari alla somma di tutti i quantitativi degli anni precedenti. Solo nel 2016, l’anno più recente di cui sono disponibili i dati, abbiamo prodotto 396 milioni di tonnellate di plastica, per farvi capire meglio è come se ciascuno di noi avesse prodotto 53 Kg di plastica a testa (75% di questa è oggi diventato un rifiuto). Secondo le previsioni, se nulla dovesse cambiare, la produzione di plastica potrebbe ancora aumentare del 40% da qui al 2030.
Sono questi i dati resi noti dal WWF con la pubblicazione del report internazionale "Responsabilità e rendicontazione, le chiavi per risolvere l'inquinamento da plastica".
Le ragioni principali di questo inquinamento, come si legge nel rapporto, sono da individuarsi in tre fattori: modelli di consumo che promuovono la produzione di plastica monouso da parte delle imprese; cattiva gestione dei rifiuti che causa la dispersione di plastica in natura e una catena di approvvigionamento che produce attualmente cinque volte più plastica vergine che riciclata.
È stato stimato che la sola cattiva gestione dei rifiuti abbia comportato che 100 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica sia stato disperso in natura, inquinando suolo, acque dolci e i nostri mari, basti pensare, come si legge nel report, che l’80% delle materie plastiche presenti nell’oceano ha origine sulla terra ferma. La plastica sta uccidendo le specie selvatiche, sta danneggiando gli ecosistemi naturali e se ciò non bastasse sta contribuendo al cambiamento climatico. Le emissioni di CO2, infatti, aumentano anche a causa dell’incremento della produzione di questo materiale.
A questo punto è necessaria un’azione urgente per contrastare l’aumento incontrollato dell’inquinamento da plastica.
Se infatti lo scenario resterà immutato non si riuscirà ad evitare che 104 milioni di tonnellate di plastica vengano disperse in natura entro il 2030.
Per contrastare questa situazione gli interventi che si rendono necessari si pongono su vari livelli. Innanzitutto, è necessario rafforzare le iniziative esistenti, quali il bando della plastica monouso, questo già da solo ridurrebbe la domanda di plastica del 40% entro il 2030. Inoltre, l’eliminazione della plastica usa e getta diminuirebbe di ben il 57% (188 milioni di tonnellate) il carico della stessa presente nei nostri rifiuti.
È necessario, poi, migliorare i piani nazionali di gestione dei rifiuti e incrementare il riutilizzo, entrambi questi interventi possono creare un’economia della plastica priva di forme di inquinamento e capace di creare oltre un milione di posti di lavoro nella filiera del riciclo e della rilavorazione della plastica, come si legge nel report.
Tutto questo però non basta anche i consumatori devono fare la loro parte, come? Innanzitutto, dobbiamo ridurre il consumo di plastica non necessaria, imparare a riutilizzare e riciclare correttamente quella che utilizziamo e poi dobbiamo cambiare i nostri comportamenti, imparando a privilegiare prodotti alternativi rispetto a quelli realizzati con la plastica tradizionale, il Pianeta ce ne sarà grato!
Sulla base di questi dati allarmanti il WWF, come si legge, lancia un appello: “sollecita i governi, le industrie e i cittadini ad affrontare con urgenza e con un approccio condiviso il problema della plastica. L'assenza di una risposta sistemica efficace - a livello nazionale o internazionale - ostacola il progresso, minaccia l’economia sostenibile e ha conseguenze dirette sull'ambiente, le specie e le persone - e continua- possiamo risolvere il problema globale della plastica se ognuno si assume la responsabilità delle proprie azioni e si lavora insieme”.
Fonte:
https://d24qi7hsckwe9l.cloudfront.net/downloads/responsabilita_e_rendicontazione_report_plastica.pdf
Post a cura di Valeria Morelli 2.0