Vi siete mai chiesti, nell’era dell’antropocene e riscaldamento globale, cosa possiamo fare concretamente per il nostro pianeta e soprattutto avete mai pensato di poter fare la differenza portando il cibo “giusto” sulla vostra tavola? Ebbene sì, anche con l’alimentazione possiamo aiutare la nostra Terra a star meglio.
Le modalità con cui produciamo e consumiamo il cibo, infatti, sono tra i fattori responsabili, dei cambiamenti che il pianeta sta subendo. Basti pensare che produrre cibo ha dei costi altissimi e non stiamo parlando di quelli economici ma di impatto ambientale. All’ordine del giorno si registrano sprechi idrici legati all’agricoltura e all’allevamento per non parlare dei terreni che, a causa di coltivazioni intensive, non hanno la possibilità di rigenerarsi fino ai problemi legati alle emissioni di gas serra e all’utilizzo di pesticidi chimici e antibiotici.
Per questo ogni giorno è necessario scegliere consapevolmente il cibo che portiamo sulle nostre tavole. Questo deve essere in grado di garantire un adeguato fabbisogno nutrizionale per gli individui ma allo stesso tempo deve essere sostenibile per il nostro pianeta.
Innanzitutto, bisogna acquistare prodotti locali riducendo ai minimi termini i passaggi tra produttore e consumatore. Più lungo è il viaggio che un alimento fa per raggiungere la nostra tavola maggiore è l’inquinamento, i consumi di energia e le emissioni di gas serra associate. Pensate all’ ananas o più in generale ai frutti tropicali, questi prima di arrivare nel nostro carrello della spesa subiscono un processo di conservazione, di confezionamento e poi vengono trasportati. Tutto questo ha un prezzo salato per l’ambiente. Da non sottovalutare, poi, anche il fatto che privilegiare prodotti tipici e varietà nostrane significa anche preservare la nostra agrobiodiversità.
Altro importantissimo consiglio è quello di mangiare frutta e verdura di stagione. Questi, soprattutto se locali, arrivano in poco tempo sulle nostre tavole e mantengono praticamente inalterato il loro contenuto di vitamine e nutrienti. Spesso hanno anche un impatto ambientale inferiore (visto che i prodotti fuori stagione richiedono spesso serre e maggior energia per "riprodurre" il loro habitat). Per non dire che sono più buoni ed economici rispetto ai prodotti fuori stagione. Vi siete mai chiesti il costo ambientale di un pomodoro coltivato in serra? Le emissioni sono 60 volte superiori a quelle della coltivazione in campo (WWF). Quindi impariamo dalle nostre nonne in estate prepariamo le conserve di pomodoro per fare il sugo e durante i mesi invernali invece di mangiare pomodori preferiamo altre buonissime verdure stagionali.
Inoltre, cerchiamo di privilegiare l’acquisto di prodotti biologici. L’agricoltura biologica ci consente di portare nei nostri piatti non solo cibi più sani e saporiti ma di ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive. La stessa si basa, infatti, sul rispetto dei processi ecologici, delle risorse (suolo e acqua) e della biodiversità, a questo va aggiunto l’eliminazione dell’uso di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, insetticidi, pesticidi, antibiotici). È vero questi prodotti hanno un costo maggiore ma la nostra salute sicuramente ci guadagnerà!
Ricordiamoci quindi che:”per tutti gli esseri il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo possono influire molto sullo stato di salute, sia nostro sia dell’ambiente” (WWF).
Impariamo a mangiare a Minimo Impatto!
Fonti e approfondimenti:
http://www.green.it/alimentazione-ambiente-insieme-verso-la-sostenibilita/
http://www.oneplanetfood.info/alimentazione-sostenibile/10-consigli/
Post a cura di Valeria Morelli 2.0