Considerando i materiali generalmente utilizzati per effettuare lavori edili, una persona inesperta potrebbe associare il legno a costruzioni semi-primitive come casupole o capanne: nulla di più sbagliato.
Il legno può vantare straordinarie caratteristiche: innanzitutto è facilmente lavorabile, riesce a stoccare il carbonio assorbito dalle piante, è in grado di sostituire materiali ed energia di origine fossile e, rispetto al metallo, il calcestruzzo e le plastiche, produce il 50-70% di emissioni in meno nel periodo intercorrente dalla produzione, alla lavorazione, allo smaltimento.
Con un saldo commerciale di 10 mld di dollari, l’Italia si assesta al terzo posto al mondo (dopo Cina e Polonia) nel settore della lavorazione del legno – l’80% del quale viene importato – nonché al quarto posto in Europa nella produzione di case in legno.
La presenza di una certificazione della Gestione Forestale Sostenibile e la tracciabilità del legno garantisce, infatti, che il legno provenga da foreste gestite in maniera responsabile e quindi assicuri protezione idrogeologica, climatica, naturalistica nonché biodiversità
Secondo PEFC Italia - ente promotore della gestione sostenibile delle foreste – è essenziale completare gli strumenti attuativi della strategia nazionale forestale, prevedere una premialità negli appalti pubblici per i prodotti certificati e di filiera corta nell'ambito del Green Public Procurement nonché assicurare la piena applicazione dei Criteri Ambientali Minimi.
“Il legno rappresenta un materiale chiave per la transizione ecologica ed il PNRR può essere un’occasione straordinaria per valorizzarlo”, ha commentato Francesco Dellagiacoma, presidente di PEFC Italia. “Sono fondamentali però investimenti per favorire l'utilizzo di materiali di origine legnosa in sostituzione dei prodotti di origine fossile (come plastiche e isolanti). Chiediamo l’introduzione, nella scelta di prodotti e processi di lavorazione, di una valutazione delle emissioni che consideri l'intero ciclo di vita del prodotto, con l’intento di favorire processi e prodotti che permettano una riduzione significativa di emissioni e rifiuti, proprio come il legno e i suoi derivati”.
“Per attivare pienamente la strategia - prosegue Dellagiacoma - è necessario il rafforzamento della filiera con investimenti sugli anelli deboli, in particolare taglio boschivo e prima lavorazione. Un maggior utilizzo del legno italiano e investimenti nelle foreste permetterebbero anche la creazione di posti di lavoro nelle aree montane del Paese, dove si concentrano le foreste e avrebbero un effetto positivo sulla coesione territoriale”.
“Affinché il patrimonio forestale italiano venga valorizzato servono anche delle vere riforme - conclude il presidente del PEFC Italia - chiediamo quindi una sostanziale riduzione delle imposte che renda possibile la ricomposizione fondiaria dei terreni agricoli abbandonati, ma anche l’attivazione di strumenti di assicurazione e mutualismo per il settore forestale sulla base delle positive esperienze nel settore agricolo, per poter affrontare la sfida delle minacce alle foreste legate al cambiamento climatico”.