In un mondo dove, secondo i dati dell'ultimo rapporto sulla sicurezza alimentare globale ("The State of Food Security and Nutrition in the World"), nel 2019 quasi 690 milioni persone hanno sofferto la fame, si continua a sprecare cibo: nel 2019, sulla base dei dati del nuovo Food Waste Index Report 2021 del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep), 931 milioni di tonnellate di cibo sono finite nei bidoni dei rifiuti.
Spesso, tuttavia, non facciamo un uso improprio “solamente” del cibo, ma anche dei termini relativi a questa piaga.
In occasione della Giornata Internazionale della consapevolezza sulle perdite e sprechi alimentari (International Day of Awareness for Food losses and waste), prevista per il prossimo 29 settembre, gli esperti di Babbel - azienda specializzata nell’insegnamento delle lingue tramite lezioni live e su app - hanno creato un glossario ad hoc.
Innanzitutto non va confusa l’espressione “food loss” (usata per indicare lo spreco alimentare che avviene all’inizio della filiera) con “food waste” (che indica quello che si registra nella distribuzione e dopo la vendita). Al contempo il “Pre-Consumer Waste” è lo spreco che si verifica prima dell’acquisto e il “Post-Consumer Waste”, invece, si registra dopo la vendita.
La sigla FLW – che sta per “Food Loss and Waste Protocol” - rappresenta il protocollo internazionale contro lo spreco di cibo e permette di calcolare lo spreco alimentare generato a livello globale.
Il momento in cui il consumatore finale acquista un prodotto riciclato viene indicato con l’espressione “Close the Loop” che significa “chiudere il cerchio”.
Se ormai “doggy bag” è un termine entrato largamente nel gergo comune per indicare il contenitore usato per portare a casa gli avanzi del cibo ordinato (e non consumato) al ristorante, il termine danese “natmad” è meno conosciuto: si tratta della tradizione di regalare ai propri ospiti gli avanzi della cena per consentire loro di fare uno spuntino notturno.
Se vi troverete in Giappone forse, quando andrete a tavola, potreste sentirvi dire “Itadakimasu!”: tradotta di solito come “buon appetito”, questa espressione fa riferimento ad un rituale di gratitudine poiché il cibo che si sta per mangiare è importante e non può essere sprecato. Pertanto, se lascerete qualcosa nel piatto, preparatevi a sentire un perentorio “Mottainai”!
In Germania esiste una grande tradizione di lotta agli sprechi: “containern”, ad esempio, indica il recupero dei cibi ancora edibili ma scartati dai supermercati unicamente per motivi estetici. “Weiterverwertung von Lebensmittelresten”, invece, si traduce letteralmente come “riutilizzo dei residui alimentari”: altro non è che la pratica di impiegare scarti alimentari per attività completamente nuove come, ad esempio, usare la buccia dei limoni o delle arance per fare le pulizie domestiche o impiegare i fondi di caffè a fini cosmetici.
In qualunque posto del mondo voi andiate, però, ricordate sempre di mangiare quello che comprate e di comprare solo il necessario o, come direbbero in spagnolo , “come lo que compras y compra lo que necesitas!”.