I mesi del lockdown hanno trasformato i piccoli e grandi angoli verdi delle nostre case in veri e propri tesori da curare e custodire gelosamente: balconi e terrazzi – anche condominiali – sono divenuti luoghi di svago e di lavoro e sono stati, per molti, utilissimi a combattere lo stress psicologico vissuto quotidianamente.
Oltre alle ripercussioni positive sullo spirito, la presenza di spazi verdi facilmente accessibili e ben distribuiti nel territorio urbano ha conseguenze favorevoli sull’ambiente legate alla riduzione del particolato e della CO2, alla mitigazione della temperatura e alla regimazione delle acque.
Secondo i dati raccolti ed elaborati da PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) - ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale - nelle città si concentra circa l’80% delle emissioni di gas-serra e la maggior parte della popolazione urbana del pianeta. E’ quindi evidente che le cosiddette “green infrastructure” - ovverosia l’insieme delle alberature stradali, dei boschi, dei gruppi di alberi e delle singole piante che si trovano in aree urbane e periurbane – costituiscono elementi necessari per fronteggiare l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
Ogni anno un ettaro di foresta urbana, ad esempio, riesce ad assorbire fino a 30 kg di Pm10 e tale dato è decisamente significativo in un paese, come l’Italia, dove il particolato (PM 10 e PM 2,5) legato soprattutto al traffico veicolare cagiona più di 66.000 decessi prematuri all’anno. Inoltre, nelle aree urbane, dove si concentra la produzione dell’80% di gas serra, grazie al processo di fotosintesi, una pianta di medie caratteristiche assorbe tra i 10 ed i 20 kg CO2/anno.
Un altro grave fenomeno che si manifesta nelle aree urbane è quello delle isole di calore: rispetto alle zone periferiche e a quelle rurali, il microclima è più caldo (tra gli 0,5 e i 3 °C). Gli alberi contribuiscono a ridurre la temperatura di 3.5°C e ciò consente di ridurre del 30% l’utilizzo dei climatizzatori.
Contribuendo a ridurre l’erosione del suolo e il rischio di esondazione, gli alberi consentono di ridurre le conseguenze catastrofiche dei fenomeni meteorologici estremi ed evitano di far spendere allo stato italiano un importo che oscilla dai 35 ai 149 miliardi di euro per ridurre il rischio idrogeologico
Le presenza di aree verdi non ha effetti positivi solo sulla salute umana, ma anche sull’economia immobiliare: negli ambiti residenziali la presenza di alberi rende più appetibile i cespiti immobiliari riuscendo ad aumentarne il valore anche del 20%.
Da ultimo il benessere che viene prodotto dal verde urbano non può essere misurato solo con percentuali e in Euro: parchi alberati e foreste urbane rappresentano luoghi di aggregazione che contribuiscono a creare identità locale e nuove opportunità culturali e formative.
“La cura degli alberi è una disciplina molto evoluta e che porta importanti benefici: ci vogliono però tempo, risorse e lungimiranza amministrativa”, spiega Maria Cristina d’Orlando, presidente del PEFC Italia. “Proprio per questo, PEFC, partendo dalla sua consolidata esperienza in materia di gestione forestale sostenibile acquisita in decenni di lavoro nella grandi foreste del mondo e nelle aree montane e interne della nostra penisola, sta lavorando a un nuovo standard di certificazione della corretta gestione delle foreste urbane, così che i proprietari o le amministrazioni possano certificare il proprio impegno e la propria gestione sostenibile delle alberature”.
“Gli alberi sono dei partner straordinari per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico attualmente in atto. Ma ci vuole l’albero giusto al posto giusto, gestito correttamente, cioè è necessaria sia la competenza pianificatoria e progettuale, che quella gestionale ed operativa”, dichiara Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia. “Questo renderà anche economicamente, perché investire nei servizi ecosistemici forniti dalla vegetazione permette di risparmiare tante risorse future. La sfida è ancora più impegnativa per il settore tecnico perché l’ambiente artificiale in cui si inserisce attualmente la vegetazione è meno ospitale di quello del passato, per il suolo più compattato, la maggior cementificazione, con eventi atmosferici estremi (vento, piogge, gelate e alte temperature, siccità) più frequenti e dannosi. Crediamo fermamente nel ruolo che possono svolgere gli alberi in questo contesto e per questo stiamo anche lavorando a stretto contatto con il Comitato Alberitalia per portare a termine il grandioso progetto che prevede la messa a dimora di 60 milioni di nuovi alberi in Italia, che PEFC punta a collocare in contesti di pianura e urbani”.