“Uomo in mare!!”. Questo è il grido che ci aspetteremmo di sentire nel corso di un salvataggio tra i flutti marini e difficilmente potremmo pensare che il soggetto in pericolo e che deve essere messo in salvo sia un cetaceo.
Purtroppo, però, si susseguono i casi di cetacei rimasti impigliati o catturati accidentalmente nelle reti da pesca, ma, al contempo, sono altresì accresciuti i numeri dei soggetti attivi nell’opera di soccorso. Life Delfi, ad esempio, è il progetto europeo della rete dei rescue team cofinanziato dal programma LIFE della Commissione europea e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – IRBIM) insieme ai partner Legambiente Onlus, Filicudi Wildlife Conservation, Blue World Institute Marine Research (Croazia), Università di Padova, Università di Siena e le Aree Marine protette di Punta Campanella, Isole Egadi, Torre del Cerrano, Tavolara Punta Coda Cavallo. Queste squadre di soccorso, coordinate dal CERT dell’Università di Padova (partner di progetto), interverranno in mare o sulle coste per salvare i cetacei - e in particolare delfini – che si trovano in situazioni di difficoltà.
Fra le operazioni già effettuate dai partner di Life Delfi si segnala il soccorso prestato, insieme alla Guardia Costiera alle Eolie, ai capodogli rimasti impigliati nelle reti da pesca o nell’intervento sulle spoglie di una balenottera comune spiaggiata a Sorrento il cui scheletro, dopo gli esami necroscopici coordinati dal CERT con gli Istituti Zooprofilattici competenti, verrà esposto a fini museali con il contributo di AMP Punta Campanella.
Il team di Life Delfi ha anche rielaborato “Le Linee Guida per le procedure di gestione e liberazione di delfini impigliati nelle reti da pesca o pescati accidentalmente” che rappresenta un manuale redatto in ossequio alle direttive internazionali e i cui contenuti saranno illustrati anche ai pescatori nel corso di corsi di formazione ove verranno indicate le attività di “pronto soccorso” da attuare per il primo trattamento degli esemplari vittime di catture involontarie. L’attività dei partner di Life Delfi si estende, infatti, anche all’opera di sensibilizzazione degli operatori del settore ittico per spingerli a monitorare possibili scenari critici e a limitare le interazioni con i delfini.
Il CNR ha inoltre effettuato test acustici per studiare il comportamento dei pinger (dissuasori acustici) che è stato testato anche da alcuni pescatori che hanno installato questi dispositivi a bordo delle loro barche.
“I rescue team sono delle squadre di intervento che, dopo aver seguito un apposito percorso di formazione, saranno costituite per liberare e soccorrere delfini, o altri cetacei, in difficoltà a causa delle interazioni con le attività e gli attrezzi da pesca”, dichiara Alessandro Lucchetti (CNR-IRBIM) coordinatore del progetto LIFE DEFI che ha l’obiettivo di ridurre le interazioni tra delfini e pesca professionale grazie ad attrezzi a basso impatto ambientale e all’installazione di dissuasori acustici e luminosi.
“Dopo l’attività di formazione – spiega Sandro Mazzariol, professore dell’Università di Padova - saremo pronti ad istituire i rescue team e a richiedere le autorizzazioni agli organi competenti in modo tale da renderli delle vere e proprie sentinelle che potranno integrarsi nella Rete Spiaggiamenti Nazionale, coadiuvando le squadre specializzate della Guardia Costiera nelle operazioni di soccorso dei cetacei in difficoltà e gli altri Enti competenti negli spiaggiamenti come nel caso della balena a Sorrento”.