Tra i prodotti di Minimo Impatto vi è una ampia gamma di stoviglie biodegradabili e compostabili (piatti, bicchieri, stoviglie, shopper) che rispecchiano i criteri previsti dalla norma UNI EN13432. Un vasto assortimento di prodotti ed ecostoviglie per i vostri ecoparty e per la ristorazione collettiva.
Ad esempio i particolare i piatti biodegradabili sono realizzati in polpa di cellulosa, una fonte rinnovabile costituita da fibre residue della lavorazione della canna da zucchero. Poiché la polpa di cellulosa è completamente naturale, essa è anche biodegradabile e compostabile.
CURIOSITA': sai che 100kg smaltiti nel compostaggio corrispondono a 25kg in meno di CO2? Minimo Impatto raccomanda l’uso di piatti monouso biodegradabili e compostabili perché
- riducono i costi di smaltimento e le emissioni di CO2 in fase di smaltimento - si annulla l’utilizzo dei derivati del petrolio - il compost risultante dallo smaltimento è riutilizzanto come fertile humus per il terreno
Cosa significa piatto biodegradabile? Una stoviglia biodegradabile, sia essa un piatto in polpa di cellulosa, una forchetta in MaterBi, o un bicchiere in PLA, è un oggetto che la natura può decomporre. La biodegradabilità è una prerogativa dei materiali organici naturali, ed è vitale per il mantenimento dell’equilibrio ecologico del nostro pianeta, che in tal modo si libera di scorie e rifiuti per fare spazio a nuova vita. Per decomporsi una sostanza X deve essere attaccata da batteri capaci di elaborare degli enzimi necessari alla decomposizione, e che sostanzialmente semplificano la sostanza X in elementi semplici, assorbibili dal terreno. I batteri sono dei microrganismi che occupano un ruolo molto importante nella biodegradazione: essi trasformano infatti la materia organica in anidride carbonica che rilasciata in atmosfera viene assorbita da alberi, alghe epiante per sintetizzare sostanze (come gli zuccheri) essenziali alla nostra sopravvivenza. Cosi il ciclo naturale continua.
La plastica è la sostanza non biodegradabile più conosciuta al mondo.
Usata nel nostro consumo quotidiano, essa offre innumerevoli vantaggi in molteplici settori commerciali proprio perché non è decomponibile (si pensi ai tubi di plastica che sono sottoterra, o agli strumenti medici antisettici negli ospedali).
Il problema, quando giunge il momento di disfarsi della plastica, è che il rifiuto “plastica” non verrà attaccato dai microrganismi se non in minima parte. La plastica è formata da carbonio, idrogeno e ossigeno, tutti elementi di per sé decomponibili, ma dalla loro unione artificiale è nata una molecola complessa che la natura non riesce a decomporre da sola.
E più la nostra società abbraccia la pratica del consumismo usa e getta, più le discariche si riempiono di tonnellate di plastica, dalle bottiglie dell’acqua agli imballaggi dei supermercati, fino ai pannolini dei nostri figli. Anche i mari sono diventati delle discariche “naturali” dove si accumulano rifiuti frutto di anni di economia del consumo: sia sulle rive nei nostri paesi e ancora più lontano dai nostri occhi, nel mezzo dell’oceano Pacifico, si sono costituite isole giganti di plastica galleggiante (hai mai sentito parlare di Garbage Island, l’isola dei rifiuti? E’ grande due volte il Texas. Vedi qui il video su YouTube). Da questo problema sono nate le bioplastiche, che uniscono le proprietà vincenti della plastica ma sono manufatte utilizzando materiali organici decomponibili: amido di mais (Materbi e PLA), resti di canna da zucchero e abetaie (polpa di cellulosa). E’ l’obiettivo di Minimo Impatto convincere più ristoratori possibili a utilizzare le stoviglie biodegradabili per migliorare la situazione dei rifiuti in Italia e nel mondo.
La Norma UNI EN13432 La norma europea EN 13432 ha come titolo “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione - Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”; questa norma è stata adottata in Italia col nome di UNI EN 13432 e mette ordine ai concetti di biodegradazione, compostabilità, materiali biodegradabili e compostabili, che spesso tendono ad essere confusi. Cosa rende una forchetta biodegradabile e un’altra compostabile? Un piatto biodegradabile è anche compostabile? Quanto tempo impiega un bicchiere compostabile a diventare fertile humus per la terra? Può un coltello contenere una minima percentuale di materia prima plastica ed essere comunque considerato compostabile? La norma UNI EN 13432 spiega quando e come un materiale può essere definito “compostabile" ed è ufficialmente il punto di riferimento di produttori, amministrazioni, compostatori e consumatori. Per essere considerato compostabile secondo la norma UNI EN 13432 un materiale deve possedere i seguenti requisiti:
- biodegradabilità, nient’altro che la conversione metabolica del materiale in anidride carbonica. La biodegradabilità si misura con la prova standard EN 14046 (anche conosciuta come ISO 14855: biodegradabilità in condizioni di compostaggio controllato). Se il materiale si biodegrada al 90% in meno di 6 mesi esso è biodegradabile a tutti gli effetti. - disintegrabilità: assenza di contaminazione visiva, cioè il materiale si frammenta e perde visibilità nel compost finale. La prova che misura la disintegrabilità avviene su scala pilota e si chiama EN 14045: il materiale in questione è compostato con rifiuti organici per tre mesi, conclusi i quali si vaglia il compost risultante con un vaglio di 2 mm. Per superare la prova, i residui del materiale testato che superano i 2mm di dimensione devono avere una massa inferiore al 10% della massa iniziale. - presenza di metalli pesanti al di sotto dei valori massimi predefiniti - assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio. Anche qui la prova di compostaggio avviene su scala pilota. - assenza di effetti negativi sulla qualità del compost, come un ridotto valore agronomico o effetti ecotossicologici sulla crescita delle piante. Un test OECD 208 modificato consente di eseguire la prova di crescita di piante su campioni di compost dove il materiale in osservazione ha terminato la degradazione. Per superare la prova non deve esserci differenza tra quei campioni di compost e un compost di controllo. - inalterazione di parametri chimico-fisici in seguito alla degradazione: pH, N, P, Mg, K, contenuto salino, solidi volatili.
Affinchè un materiale sia dichiarato compostabile occorre che tutte le proprietà qui sopra elencate siano applicate. Ogni elemento è infatti necessario ma non sufficiente. Ad esempio, un materiale che ha la proprietà di biodegradabilità non è necessariamente compostabile perché gli occorre la disintegrabilità durante un ciclo di compostaggio. Al contempo, un materiale che si disintegra in elementi finissimi ma non biodegradabili non è compostabile. La norma UNI EN 13432 fornisce presunzione di conformità con la Direttiva Europea 94/62 EC sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio. Il 13.12.2006 la norma EN13432 è stata sostituita dalla norma EN14995: "Evaluation of compostability - Test scheme and specification", ossia “Valutazione di compostabilità – schemi e specifiche di test”
Il nostro monouso per la ristorazione è prodotto dai resti di piantagioni di canna da zucchero e risaia (polpa di cellulosa), Bagassa della canna da zucchero, e dalla lavorazione dell’amido di mais (PLA e Mater-Bi).
Questi ultimi sono biopolimeri che presentano la stessa forza e resistenza della plastica tradizionale.
L'utilizzo dei nostri prodotti monouso contribuisce a:
- Ridurre le Emissioni di CO2 - Ridurre lo Sfruttamento di Risorse Non Rinnovabili - Ridurre le Emissioni di Gas Serra - Ridurre l'utilizzo di discariche ed inceneritori - Incrementare il Risparmio Energetico
- Sostenere l'Agricoltura
Il PLA è il materiale idoneo per le bevande fredde
Il PLA (Ingeo), o acido polilattico, è un biopolimero derivante dall’amido di mais. La differenza con il MaterBi è il procedimento chimico, l'effetto è esattamente lo stesso in termini di biodegradabilità e compostabilità. Un bicchiere biodegradabile in PLA assomiglia molto ad un normale bicchiere di plastica (polistirolo), poiché è completamente trasparente e ha le stesse caratteristiche meccaniche della plastica, con in più il grande vantaggio di essere biodegradabile e compostabile.
La sola attenzione che ti chiediamo di porre al bicchiere in PLA è la sua minore resistenza al calore. La sua tolleranza è una temperatura massima di 40°C, per cui prodotti come i bicchieri in PLA sono adatti solo per bevande fredde o tiepide.
Se invece cerchi un bicchiere biodegradabile per bevande come caffè o tè, allora consigliamo l'uso del bicchiere in cartone e Materbi e delle tazzine da caffé in cartone e Materbi, in cui le bevande possono raggiungere temperatura più alta.
Nel nostro e-commerce sono in vendita anche sacchetti shoppers in MaterBi e cestini per i rifiuti.
In questo altro video amatoriale si vedono gli shopper biodegradabili e compostabili di minimo impatto in una simpatica prova di restistenza.