Si fa presto a dire "impegnamoci per il clima". A conti fatti la prima cosa a cui gli italiani sarebbero disposti a rinunciare, secondo una indagine della BEI, è il volare. Meno a tagliare carne, abiti nuovi, l'auto privata o la tv streaming. Questi sono alcuni dei risultati della seconda pubblicazione riguardante il 2020-2021 diffusa oggi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). La BEI è il braccio finanziario dell'Unione europea e il maggiore finanziatore multilaterale di progetti in campo climatico a livello mondiale.
Nel complesso, il 34% degli italiani afferma di mettere in atto dei correttivi radicali al proprio stile di vita per contrastare i cambiamenti climatici. Si tratta di una percentuale superiore di quindici punti alla media europea (19%).
Il 33% degli intervistati afferma che, quando supereremo le restrizioni in corso, non prenderà l’aereo per considerazioni legate ai cambiamenti climatici, a costo di fare le vacanze senza andare troppo lontano. Solo per il 12% degli italiani le abitudini di viaggio in aereo resteranno invariate rispetto a quelle pre-COVID. Alla domanda sull’uso dei trasporti pubblici ai tempi del COVID-19, il 77% degli intervistati afferma di essere al momento meno disposto a farne uso, proprio perché teme per le conseguenze sulla propria salute.
Uno dei dati più rilevanti è quello secondo qui per il 66% degli intervistati la paura di un contagio del coronavirus preoccupa di più rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici sul lungo termine. La percentuale sale a 70% tra gli italiani di età pari o superiore a 65 anni, mentre scende a 59% tra coloro che appartengono alla fascia di età 15-29 anni.
Indipendentemente dal paese di residenza, gli intervistati affermano che la scelta meno pesante per contrastare i cambiamenti climatici sarebbe rinunciare agli spostamenti in aereo (40% per gli europei, 38% per gli americani e 43% per gli intervistati cinesi), anche perché forse è una delle attività non proprio quotidiane....
In generale tra gli effetti della pandemia vi è una riduzione dell'uso del trasporto pubblico: Il 75% degli americani, il 71% dei cinesi e il 67% degli europei sono meno inclini a utilizzare i trasporti pubblici per i propri spostamenti per motivazioni legate alla salute in un tempo segnato dalla pandemia di COVID-19.
I cittadini credono ancora che le scelte e le azioni dei singoli possano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici: è il parere espresso dall’82 % degli italiani, con una percentuale di dieci punti superiore alla media europea e a quella americana (entrambe al 72%), e di due punti inferiore alla media cinese (84%). Cresce ovunque il numero degli intervistati che hanno risposto positivamente a questa domanda rispetto al 2019, con un aumento di tre punti nell'UE, sette punti negli Stati Uniti e 12 punti in Cina.
I giovani intervistati sono notevolmente più propensi a credere che il proprio comportamento possa fare la differenza nella lotta ai cambiamenti climatici rispetto agli intervistati più anziani in Europa e negli Stati Uniti; un divario che non è invece rilevato in Cina. L'indagine mostra che nell'UE il 77% dei cittadini compresi nella fascia di età 15-29 anni ritiene che il proprio comportamento possa fare la differenza rispetto al 64% di quelli di età pari, o superiore, a 65 anni. Negli Stati Uniti, le percentuali sono rispettivamente del 75% (per la fascia di età 15-29 anni) e del 56% (65 anni o più)
Ecco i dati in breve:
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