Ogni contributo dato alla lotta contro plastica e in generali rifiuti nel mare va nella direzione di salvaguardare il nostro fragile ecosostema.
Dalla notte dei tempi, nell’attività ittica le reti rappresentano lo strumento principale per la cattura dei pesci. Può capitare, però, che, per negligenza o per incidenti, i pescherecci perdano le loro reti in mare: in questi casi, da strumento di lavoro, le reti si trasformano in trappole mortali che non rappresentano unicamente un pericolo per l’habitat marino e la sua fauna, ma costituiscono anche una concreta minaccia per la sicurezza di sub e bagnanti.
Al fine di contrastare questo fenomeno è stata avviata l'operazione 'Reti fantasma' che rientra nel progetto “PlasticFreeGC” per il contrasto alla dispersione delle microplastiche in mare. Il bottino di quest’anno? Sei tonnellate di reti abbandonate che, grazie alle unità subacquee della Guardia Costiera, sono state rimosse dai fondali marini e sono state avviate al corretto iter per la distruzione.
L’attività operativa è stata preceduta da una fase preliminare di raccolta di dati e informazioni che ha consentito di realizzare una mappatura generale della collocazione delle reti fantasma lungo le coste.
“L’attività condotta dai Nuclei subacquei della Guardia Costiera – ha spiegto il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa - ha portato alla rimozione dai fondali marini di 6 tonnellate di plastiche disperse in mare pari, a titolo esemplificativo, a circa 200mila bottiglie di plastica in abbandono sui fondali marini”.
“Un risultato importante – continua il Ministro - se pensiamo che le reti fantasma sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema marino per la dispersione nell’ambiente delle micro-particelle sintetiche delle quali sono composte”.
Ognuno di noi nel nostro piccolo dovrebbe impegnarsi a recuperare qualsiasi forma di rifiuto che incrociamo, in mare, come in un parco o in generale... fuori dagli appositi contenitori!